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Cittadella Sanguis Christi Trani

Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo

La Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo è stata fondata da Santa Maria De Mattias in Acuto (FR) nel 1834 per collaborare all’opera redentiva del mondo. La Comunità delle Adoratrici del Sangue di Cristo in Trani, in cammino con la Chiesa locale, testimonia con la vita l’Amore tenero di Cristo verso ogni creatura. Come donne innamorate del Sangue di Cristo, annunciano con passione il Vangelo, tracciando nuove vie di evangelizzazione. Nella storia della Congregazione sono state molteplici le opere e i segni permanenti nel tempo fino ad oggi, tra queste il carisma di San Gaspare del Bufalo, il venerabile don Giovanni Merlini e la venerabile suor Serafina Cinque.

San Gaspare del Bufalo

san gaspare del bufalo

Gaspare nasce nel 1786, il 6 gennaio,  e fin da bambino frequentava assiduamente la chiesa del Gesù di Roma. Lì si recava abitualmente, Annunziata, per pregare per suo figlio che  aveva contratto una grave congiuntivite. Davanti alla reliquia del Santo Francesco Saverio il bambino guarì inaspettatamente, con grande sorpresa dei medici, nell’animo di Gaspare, che aveva manifestato l’intenzione di diventare anch’egli sacerdote missionario seguendone l’esempio e vestendosi da abatino. Il suo ardore apostolico si manifestò già in adolescenza con il suo bisogno di assistere i poveri dell’Ospizio di Santa Galla: l’opera che resterà per sempre nel suo cuore.

Ordinato sacerdote il 31 luglio 1808, intensificò l’apostolato fra le classi popolari fondando il primo oratorio in Santa Maria in Pincis e specializzandosi nell’evangelizzazione dei “barozzari”, carrettieri e contadini della campagna romana, che avevano i loro depositi di fieno nel Foro Romano, chiamato allora Campo Vaccino. Per la Chiesa, intanto, correvano tempi duri: nella notte dal 5 al 6 luglio 1809 Pio VII fu fatto prigioniero e deportato. Il 13 giugno 1810 Gaspare rifiutò il giuramento di fedeltà a Napoleone e venne condannato all’esilio e poi al carcere, che sostenne con animo sereno per quattro anni.
       Tornato a Roma nei primi mesi del 1814, dopo la caduta di Napoleone, mise le sue forze e la sua vita al servizio del papa. Pio VII gli diede l’ordine di dedicarsi alle missioni popolari per la restaurazione religiosa e morale. Quale mezzo efficacissimo per promuovere la conversione dei peccatori, per debellare lo spirito di empietà e di irreligione, scelse la devozione al Sangue Preziosissimo di Gesú e ne divenne vivacissimo apostolo.
       Il 15 agosto 1815 fondò la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, a cui si iscrissero uomini di grande santità, come il Venerabile don Giovanni Merlini, Giovanni Mastai Ferretti, il futuro Pio IX.
       Sostenne con straordinario coraggio la lotta accanita che gli mossero le società segrete, in particolare la massoneria. Ma nonostante le loro minacce e gli attentati alla sua stessa vita, non cessò mai di predicare apertamente contro tali sette, convertí intere logge massoniche e non si stancò di mettere in guardia il popolo contro la loro propaganda satanica.
       Ma un’altra piaga vessava lo Stato Pontificio, come, del resto, anche altre regioni: il brigantaggio. Leone XII, dietro consiglio del card. Belisario Cristaldi, inviò in mezzo a loro Gaspare, che con le sole armi del crocifisso e della misericordia evangelica, riuscí a ridurre la terribile piaga nei dintorni di Roma ed a riportare pace e sicurezza tra le popolazioni.
       Morí a Roma il 28 dicembre 1837. Fu beatificato da San Pio X il 18 dicembre 1904 e canonizzato da Pio XII il 12 giugno 1954 in piazza San Pietro.
       Il suo corpo riposa a Roma nella chiesa di Santa Maria in Trivio. Patrono della città di Sonnino (LT), patria del Brigantaggio, che Gaspare salvò dalla completa distruzione.
       La sua data di culto per la Chiesa Universale è il 28 dicembre, mentre la sua Congregazione lo ricorda in data 21 ottobre.

Santa Maria De Mattias

Maria Matilde De Mattias nacque a Vallecorsa (FR), il 4 febbraio 1805, da Giovanni e Ottavia De Angelis. Dopo una crisi esistenziale, che la condusse a un totale rifiuto del mondo, proprio quando stava per decidere di rinchiudersi in un monastero di clausura, a diciassette anni incontrò Gaspare Del Bufalo, durante una missione popolare a Vallecorsa. La parola del sacerdote le rivelò una diversa vocazione: essere una missionaria del popolo. Nel 1834, guidata da Giovanni Merlini, fondò la Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo in Acuto, ideata da Francesco Albertini e Gaspare Del Bufalo affiancando la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Fu maestra, catechista, predicatrice, in un tempo in cui alla donna era vietato l’accesso alla cultura e alla parola. Inventò ministeri che costituivano <<cose nuove al mondo>>, contravvenendo alle usanze e alle rigide norme per le congregazioni femminili: adunanze per donne e uomini, scuole serali per catechesi per pastori, giornate di ritiro e tempi di esercizi. A un anno dalla fondazione, contava già un buon numero di discepole. Nel 1883 presentò al Vescovo di Agnani la prima regola della nascente opera, e nel 1853 chiese alla Congregazione dei Vescovi e Regolari l’approvazione della regola definitiva; il 30 Maggio 1855 l’istituto ricevette il Decreto di Lode.

Venerabile Don Giovanni Merlini

Nato a Spoleto, il 28 agosto 1795, trascorse la fanciullezza e la gioventù nell’innocenza, nell’apostolato fra i coetanei, suscitando l’ammirazione dei genitori e degli insegnanti. Divenuto sacerdote nel 1818, sentì parlare del grande missionario San Gaspare del Bufalo e volle incontrarlo nell’abbazia di San Felice in Giano dell’Umbria , dove questi aveva fondato nel 1815 la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue.

Il colloquio con il santo romano fu decisivo per don Giovanni. Si unì alla sua Congregazione e ne divenne la fiaccola più ardente. Percorse le vie dell’Italia per richiamare il popolo all’amore paterno di Dioalla concordia, alla pace, dopo le terribili prove delle rivoluzioni, del brigantaggio e delle guerre. Dopo aver sentito le parole di don Giovanni, numerosi peccatori, settari e ladri si convertirono.

La sua devozione al Preziosissimo Sangue di Gesù e alla Madonna, era tale che, al solo parlarne si commuoveva fino alle lacrime. In loro onore eresse altari e importanti chiese, di cui progettò e diresse i lavori unendosi spesso agli operai per guidarli e aiutarli. Ebbe in modo singolare il dono di dirigere le anime. Il frutto più splendido di tale ministero fu la Santa Maria De Mattias, altra seguace di San Gaspare, fondatrice delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, che guidò per tutta la vita, condividendone il lavoro e le pene per le sorti del nascente Istituto.

Nominato Direttore Generale dei Missionari del Preziosissimo Sangue, rimase per 25 anni ineguagliabile padre per tutti con impareggiabile saggezza e prudenza, aumentando le fondazioni in Italia e all’estero. Fu così cercato e benvoluto dalla gente che anche il Papa Pio IX che ammirava le sue virtù gli chiese spesso consiglio. Nel 1849, ascoltando le suppliche ardenti di don Giovanni, il Papa estese a tutta la Chiesa la festa del Preziosissimo Sangue di Gesù.

Morì investito volontariamente da una diligenza il 12 gennaio 1873 a Roma. L’ultima buona azione di don Giovanni fu quella di perdonare il vetturino che l’aveva travolto. La sua salma, riposa accanto a quella del suo maestro San Gaspare nella Chiesa di Santa Maria in Trivio a Roma.

E’ tutt’ora in corso a Roma l’ultima fase del processo canonico per la sua beatificazione. 

Venerabile Suor Serafina Cinque

Suor Serafina Cinque, Noemi al battesimo, nacque il 31 gennaio 1913 a Boca das Garças (Urucurituba), villa sul Rio delle Amazzoni (Brasile), da genitori oriundi da Sapri (Salerno-Italia). Seconda di 12 figli, a causa della sua salute molto precaria, visse piuttosto protetta e un po’ “viziata”. A 11 anni l’austero papà la affidò alle suore Dorotee, a Manaus, perché venisse educata ed istruita. Preparata dalle suore alla Prima Comunione, Noemi, in quello stesso giorno decise imprevedibilmente di essere tutta di Gesù. I genitori non le permisero di diventare subito suora. Ella, allora, lavorò intensamente come catechista di bambini, giovani ed adulti, nella sua parrocchia di Manaus e , per poter aiutare i malati poveri, prese anche il diploma di infermiera. Nel 1946, a 33 anni, entrò tra le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo che, provenienti dagli Stati Uniti, avevano aperto una Missione in Amazzonia. La povertà che la circondava toccava profondamente il suo cuore e non le permetteva di chiudere gli occhi , anzi, la faceva lavorare instancabilmente. Solo incitava i giovani e le ragazze a studiare per aver un futuro migliore, correva al capezzale delle partorienti per salvare madre e bambini; accoglieva i malati di ogni genere per curarli con medicine che, spesso, ella stessa preparava e, soprattutto, preparava altre persone perché’ l’aiutassero e dessero continuità al suo lavoro.  Nel 1972, anno in cui venne inaugurata la Strada Transamazzonica - miraggio per tanti poveri del Brasile -, suor Serafina venne inviata ad Altamira, una cittadina nel cuore della foresta, per insegnare nel turno serale nell’Istituto Maria De Mattias e per dirigere l’ambulatorio diocesano. Qui suor Serafina, venne in contatto, in modo ancor più crudo, con la più grande miseria: quella già esistente, assomata a quella che la Transamazzonica stava generando. Si adoperò con ogni mezzo ad aiutare quelle donne che, giunte dalla foresta in città per dare alla luce la loro creatura, non trovavano alcun punto di appoggio. Accoglieva nel piccolo ambulatorio anche i malati provenienti dall’interno della foresta. La sua delicata insistenza verso il Vescovo, mons. Erich Krautler, già sensibile al problema, fece sì che questi costruisse una casa di accoglienza: suor Serafina la chiamò Casa della Divina Provvidenza, perché si sarebbe dovuta mantenere con la generosità della gente della città di Altamira e dei contadini della foresta. Era il 1984. La Casa della Divina Provvidenza per le gestanti e il Rifugio San Gaspare per i malati, raggiunsero, ben presto, le 100 presenze. Per loro ella si fece mendicante ogni giorno, andando di porta in porta e potè così sperimentare come Dio è buono, espressione che era diventato il suo motto. Per questo fu chiamata la “Madre Teresa di Altamira”; e la stampa nazionale la definì l’Angelo bianco della TransAmazzonica”. Lo scopo dell’opera di suor Serafina, però, non fu solo l’assistenza sanitaria, ma anche la formazione umana, civile, culturale e religiosa degli ospiti della Casa della Divina Provvidenza. Pronta all’aiuto immediato,  guardava, però, anche al futuro di queste persone: una vita dignitosa ed autonoma. Consumata da un cancro alle ghiandole linfatiche, morì a Manus, il 21 OTTOBRE 1988. Il 27 gennaio 2014 Papa Francesco con Decreto l’ha dichiarata Venerabile.

Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo

Updated on 2024-02-25T18:05:59+00:00, by admin.